Appunti dalla Peste: parole contro la paura

Dettaglio da "Apoteosi della famiglia Medici" di L. Giordano
E' passato il Santo Natale, e anche questa settimana mi piacerebbe condividere un paio di pensieri. 
Del Natale si dice sempre che è una festa di Speranza, perchè sia per i credenti sia per chi non è cristiano è un periodo di luci, materiali e spirituali. Luce che quest'anno è venuta al mondo nelle tenebre della maledetta Peste. Ce lo siamo chiesto in tanti, credo, cosa significa festeggiare il Natale questo anno.
Questa domanda non è altro che un interrogativo più grave e profondo: quale è la nostra Speranza

Il primo fatto da considerare è, senza dubbio, la nascita di Gesù. Sia che in questa figura si veda un Dio incarnato o solamente un uomo, la Nascita di Gesù è l'evento più significativo di questi giorni. 
Cosa significa un bambino che viene al mondo con tale novità da stabilire un prima e dopo? 

Noi siamo esperti di giornate che si consumano identiche alle precedenti, senza novità significative. Abbiamo, nelle nostre vite, dolori incancreniti, errori che si ripetono, incubi ricorrenti. 
Ci sentiamo, magari, come Sisifo, che ogni giorno porta sul capo della montagna un enorme sasso che, inevitabilmente, un istante dopo, frana giù. 
Come monarchi tristi ordiniamo, zittiamo, interpretiamo tutta la vita. Ogni cosa è interpretabile, evitabile, removibile dal nostro sguardo.
Il meccanismo si inceppa nel dolore, nell'incredulità che la vita sia davvero così (ma d'altronde se la Vita è tutta dentro di noi, come altro potrebbe essere?).
Questo continuo ritornare a noi stessi diventa drammatico se ci scopriamo pochi, limitati, miseri. A volte, non siamo capaci di rialzarci da soli, in tasca ai libri di auto-aiuto e ai coach motivazionali. 
Sembrerebbe non ci sia salvezza: se soffriamo, e le risposte dovrebbero essere tutte dentro di noi, nel momento in cui non riusciamo a trovarle è finita, la vita non ha più senso di essere vissuta. 
Siamo davvero condannati ad un eterno ritorno dell'uguale, in cui l'unica cosa che si accresce è la profondità della ferita? 

Il Natale ci dice di no. C'è una novità, qualcosa di autenticamente nuovo, inedito, diverso. Abbastanza forte da evitare la nostra furia interpretativa. 
La nostra Speranza può essere la forza di un Altro che è, che sarebbe anche senza di me, ma che a me si apre, saldo e diverso. 
Il Natale è un autentico evento, qualcosa che viene incontro, che è, finalmente, irriducibile a me. E' un bambino, come tutti gli altri bambini, ma che è così radicalmente diverso da me e da tutti gli altri bambini incontrati finora. (Alla fine i bambini sono tutti diversi, ma vabé, le categorie ci servono per non impazzire.)

Questo incontro è la prima Salvezza, perchè ci dice che dai nostri fardelli ci si può liberare, quando lasciamo che la Vita sia un evento, e non un susseguirsi di giornate identiche. Non siamo gli unici autori della Storia, né gli unici attori e la Vita non si svolge solamente nella nostra mente. Questa, mi pare, possa essere la Speranza: la Vita non finisce dove finiscono le nostre risposte, c'è di più. Siamo dimezzati, ma essere completi suona più come una condanna che una soddisfazione (ho scritto altri appunti su questa cosa, li trovi qui). Un bambino che nasce è la garanzia di un tempo nuovo che si apre.

Il Natale, con i festeggiamenti che si ripetono da 2000 anni, ha ancora la forza di un evento inedito nella Storia dell'umanità. E' bello misurarci con questa forza, con meraviglia. E' meraviglioso, e forse inquietante, arrivare come i pastori, umili e inesperti del mondo, e chiedere "tu chi sei? perchè dovrebbe importarmi di te?"

Sarei però ingrato a non ricordare, in questi appunti, l'inizio della campagna vaccinale che promette di liberarci da questo incubo. Forse ci siamo un po' abituati alla grandezza dell'Uomo che studia, conosce e cura. Vorrei rubare le parole ad Adriano Olivetti, uno che di umanesimo e tecnica ne sapeva parecchio:
La scienza, indissolubilmente legata e associata allo spirito della Verità, è stata la prima dispensatrice di ogni bene, perchè ha sempre creato il progresso materiale. Dando vita alla tecnica moderna, la scienza ha da dato un nuovo corso alla vita e al lavoro dell'uomo. [...] E il mondo va verso giorni più radiosi e felici, ma a una sola condizione: che le immense forze materiali messe oggi a disposizione dell'uomo siano rivolte a finalità spirituali [Verità, Giustizia, Bellezza, Amore]. (da Le forze spirituali, in Città dell'uomo, A. Olivetti, Edizioni di Comunità)

C'è davvero di che sperare, si aprono giorni più radiosi e felici. Il giogo dell'io è spezzato e quello della malattia incrinato.

Questi sono gli ultimi appunti prima del 2021. Nel pensare quest'ultimo testo mi ha accompagnato Canzone contro la paura di Brunori Sas, e con essa vi faccio gli auguri (potete ascoltarla qui). Ci basta una canzone e, magari, qualche parola. Buon 2021!

E invece no, tu vuoi canzoni emozionanti
Che ti acchiappano alla gola senza tanti complimenti
Canzoni come sberle in faccia per costringerti a pensare
Canzoni belle da restarci male
Quelle canzoni da cantare a squarciagola
Come se cinquemila voci diventassero una sola
Canzoni che ti amo ancora anche se è triste, anche se è dura
Canzoni contro la paura

Canzoni che ti salvano la vita
Che ti fanno dire, "No, cazzo, non è ancora finita!"
Che ti danno la forza di ricominciare
Che ti tengono in piedi quando senti di crollare

 

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