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Sarajevo: chiuso in un mandarino

Non ho mai pensato il mare fosse importante. La città in cui sono nato è a una decina di kilometri dalla costa. La città in cui ho vissuto nell'ultimo anno e mezzo, Venezia, ne è immmersa. L'ho sempre ritenuto bello, soprattutto d'inverno. In Quinta Liceo scappavo dalle videolezioni, prendevo il primo autobus sottocasa e andavo al mare. Tutto sommato il mare, come le stelle e le colline e le nuvole e i castagni in cui ho vissuto, è una bellezza semplice, gratuita. Non l'ho mai sentita importante, per quanto pervasiva. E' passato più di un mese e mezzo, quasi due mesi dal mio arrivo a Sarajevo. Settimana scorsa abbiamo noleggiato una macchina e siamo andati in Croazia. Poco dopo i controlli alla dogana la strada continuava ai bordi di un fiume, che andava allargandosi. L'acqua, intorno, si faceva sempre più grande, fino a costituirsi in bacini, intervallati da ripide colline rocciose. Abbiamo continuato a guidare: abbiamo visto un paesino disteso sul confine del

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