La liberazione dei futuri. 25 Aprile.

Condivido qualche pensiero sulla Festa della Liberazione. Lo voglio fare con umiltà: sono un giovane ragazzo con limitate conoscenze storiche, ma se qualcuno avrà qualcosa da ridire sul mio discorso, sarò felice di ascoltare il suo parere. 
Vorrei partire da quell'autentico monumento di carta che è la raccolta di "Lettere di condannati a morte della resistenza europea". E' un tomo voluminoso, pieno di lettere di partigiani in attesa della condanna a morte da parte di nazisti e fascisti in Italia e in Europa.
E' un libro che vi consiglio: si tratta di lettere così dense che leggerne una sola annoda lo stomaco e tappa le orecchie. L'ho acquistato questo libri mesi fa e riesco a leggerlo solo a piccoli bocconi, con intervalli molto lunghi. La vita che permea, attraverso le poche pagine, da questi sconosciuti autori è scandalosa per purezza e forza. 
E' una costellazione infinita e struggente di pensieri celesti e incarnati, poderosi per verità e per speranza.

Ciò che maggiormente colpisce, sfogliando il libro, è la varietà delle storie dei partigiani:
cattolici, comunisti, chierici e semplici operai, intellettuali e massaie. Tra chi combatteva, oltre a una comune resistenza, c'era una varietà sorprendente di atteggiamenti e motivazioni, ideali. La mia impressione è che la Festa della Liberazione sia la celebrazione di quella lotta che ci ha permesso di riacquisire una pluralità del futuro. La natura del totalitarismo sta nella pretesa di un solo futuro, verso cui ognuno deve forzatamente marciare e la dissonanza (vera o presunta) ha come pena l'espulsione da quel futuro, ovvero la morte. Gli ebrei erano creduti indegni della società del domani: eliminati. Partigiani, intellettuali, cittadini: uccisi socialmente coll'esilio o uccisi materialmente. La resistenza è stata un fenomeno plurale e la pluralità dei possibili, ovvero dei futuri da costruire, non è un elemento accidentale della compagine dei partigiani, ma il tratto dissonante e fondante di un'altra società.

Per spiegarmi chiedo aiuto a Musil che, ne L'uomo senza qualità, denuncia proprio la lenta scomparsa del senso della possibilità e dell'abitudine a pensare un'alternativa. Il testo precede di poco secondo conflitto mondiale ed è contemporaneo alle dittature europee. 

«Se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev’essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com’è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dare maggior importanza a quello che è, che a quello che non è». 

La democrazia è quello spazio dove ognuno ha diritto a provare a costruire un futuro, a patto di coinvolgere e rispettare le altre persone. La democrazia consiste nella varietà di idee su come dovrebbe o potrebbe la realtà e nell'impossibilità di trovare una sintesi, nella perseveranza della polifonia, del dinamismo, della ulteriore possibilità.

La liberazione dal fascismo e dal nazismo è la liberazione da un unico futuro ed è il trionfo dei possibili. I partigiani erano, tutto sommato, uomini e donne dissonanti, chiaramente non-convenzionali. 

Il fascismo, anche con la sua politica culturale, tentò di costruire un solo futuro per gli individui e per il paese, una sola idea di mondo. Il senso del possibile divene un crimine, una Resistenza, un inciampo.
Ciò che la Resistenza ha ottenuto è uno spazio dove diverse possibilità si scontrano, si mettono in gioco, gareggiano liberamente e dove si pensano ed esplorano molti futuri.

I possibili, oltretutto, si colgono leggendo le pagine della Costituzione, animata dal fragile equilibrio tra i mondi ideali dei vari partiti, e dagli atti dell'Assemblea Costituente, che restituiscono idee e dibattiti pieni di dissonanze (gli atti, tutti digitalizzati, sono disponibili qui). La pluralità, dopo la Resistenza, non si configura come un modo dell'essere società, ma come premessa dello spazio pubblico, antecedente alla stessa Costituzione, la legge fondante lo Stato.

Buona festa della Liberazione, dal destino, dall'individuo e dalla massa, buona Festa della democrazia, della dissonanza, della pluralità, dell'Europa. 

Voglio concludere con la preghiera di certi ribelli per amore, che trovo sinceramente commovente, da italiano e da cattolico. La lotta dei ribelli, tutti ribelli per mondi possibili, non è stata vana. 

La Preghiera del Ribelle
di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi 

Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.

Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.

Noi ti preghiamo, Signore.

Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.

Quanto piú s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.

Nella tortura serra le nostre labbra.

Spezzaci, non lasciarci piegare.

Se cadremo fa' che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.

Tu che dicesti: ``Io sono la resurrezione e la vita'' rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.

Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.

Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.

Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.

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