Mahmood e Blanco cantano l'amore impossibile e inevitabile

E' la canzone più bella di questo Festival di Sanremo. La seconda serata non si è ancora svolta, ma io ho pochi dubbi. 'Brividi' di Blanco e Mahmood, una ballata (come scrivono quelli bravi) contemporanea (come scrivono quelli ancora più bravi). Ieri sera i due si sono presentati bellissimi e appassionati, si sono guardati, si sono stretti - sensuali senza un gesto di più, struggenti senza lagna.

Devo confessare che forse queste prime righe le avrei scritte in ogni caso, anche se la canzone fosse stata mediocre e se avessi voluto concentrarmi su una base che poteva essere più coraggiosa e meno sanremese. Loro due mi piacciono molto, anche se Mahmood ogni tanto cede alla lagna e Blanco mi confonde con quel modo un po' urlone. Insomma, li ho messi in pole position nel gioco del Fantasanremo, ma le righe che seguono non le avrei necessariamente scritto, se non fosse che un verso mi ha rapito. 

Il testo della canzone racconta di una storia d'amore complicata, sviluppando le sensazioni e i sentimenti di due giovani uomini, di come tengano a quel tu che Blanco ripete in una sua strofa, di cosa farebbero per la persona amata, di cosa non riescono a non fare, degli errori, del veleno. Le loro voci si accarezzano, si alternano, si sfiorano, si sovrappongono e poi si sdoppiano: il falsetto acuto e disciplinato di Mahmood, la voce calda e piena di Blanco. Di tutta la canzone a folgorarmi è:

E ti vorrei amare ma sbaglio sempre



Un sentimento e un'azione. Da una parte una cosa che consideriamo tutta interiore, che individuo là ad appesantirmi il petto, ad accendermi le guance, con le fantomatiche farfalle nello stomaco. Dall'altra una cosa che può riuscire in un modo o in mille altri, che deve trovare un posto in agenda, per cui devo scegliere le parole adatte. Soprattutto ex post, quando mi guardo indietro, vedo la fatica che costa sincronizzare ciò che sento e ciò che faccio, come sia difficile accarezzarti con una mano che ti è estranea. Allo stesso modo, come è difficile accorgersi delle carezze altrui, che sono sempre estranee, e seguono ritmi, punti, istinti sconosciuti. L'amore sta proprio qui, dentro di me, sgorga da un luogo ancora più intimo di quello che infila queste parole l'una dopo l'altra, in un organo che chissà che forma ha e di che colore è, ma è di certo più centrale del cuore e più esposto di un occhio. E come un occhio si nutre del fuori, ha freddo o ha caldo, s'inventa un treno da prendere, pensa ai tuoi esami, a quel cibo che odi, alla tua gelateria preferita. E il tuo per me, un regalo trovato, una canzone mandata, mille processi chimici nascosti, il ricordo che hai dei tuoi genitori che non conosco e tutto ciò che ti fa atterrare da me e io non so come. L'amore è una cosa impossibile: tratta di instaurare una relazione tra la cosa più intima e una cosa estranea. 

Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un ti amo ho mischiato droghe e lacrime

Non sappiamo dirlo, ma nulla fiorisce in noi con la stessa chiarezza. Nulla con la stessa inevitabilità ci fa rassegnare ad un'evidenza, e misteriosamente due persone sconosciute, nate sconosciute, senza una nozione dell'altro se non quella che misteriosamente si rivela, si incontrano. Amore é impossibile e inevitabile. 

Nelle sere estive spese nella provinciale località marittima vicino a casa mia, in un'isola dell'arcipelago toscano, in una città del nord-est affacciata sul mare, in Sardegna il mare pulsa sempre uguale. Da piccolo mi spaventava, forse anche perchè del mare, la notte, si vede solamente la cresta, un profilo che cambia sempre lì dove l'onda si incontra con il raggio della luna. L'altra sera sembravano cocci di vetro sospesi nel buio, dei prismi piatti infilzati dalla luce in qualche laboratorio. Ho pensato che anche dell'amore noi cogliamo solamente la cresta dell'onda, ci accorgiamo solamente di un po' di cose e non di tutte, capiamo solamente un po' e di mille messaggi che ci scriviamo ti ricordi solamente di un paio, e di mille volte che mi pensi io non me ne accorgerò mai. Questo non significa che non ci capiamo nulla, anzi, la meraviglia sta proprio qui. Nel non capirci e riuscire a guardarsi, nel non riuscire a dire ma riuscire a starsi vicini. Alla fine siamo liberi anche se non possiamo uscire dalla prigione, e ci vogliamo bene anche se mandiamo tutto a puttane. 

Vivo dentro una prigione
Provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane

Commenti

Post più popolari